mercoledì 16 dicembre 2009

Bartolo Cipriano: la mafia oltre l'immaginazione


L’articolo di oggi è dedicato alla storia, o meglio, a quella piccola parte di storia che si è qui riusciti a ricostruire, di Bartolo Cipriano.
Di lui, il cui nome vi dirà inevitabilmente poco, il capitano Domenico Cristaldi, Comandante dei Carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto, scrive, all’interno di un fascicolo redatto nel 2005 nell’ambito dell’inchiesta denominata Tsunami: “su questo soggetto sono state spese innumerevoli pagine sia nella prima che nella seconda fase investigativa, nel corso delle quali si è riscontrata inequivocabilmente la sua tentacolare posizione di snodo tra poteri economici “famelici”, poteri politici “malati” e poteri istituzionali“deviati”, finanche al potere di regolamentare anche il meno gratificante posto di lavoro ovvero i servizi dovuti dall’amministrazione comunale a cittadini che invece, nel martoriato Comune di Terme Vigliatore, li avvertono come una concessione da chiedere all’onnipotente “patron”, qualunque sia in quel momento la veste (carica o incarico) ricoperta.”

La carriera politica di Bartolo Cipriano, nato a Castroreale l’11 ottobre del 1960, comincia nelle fila della Democrazia Cristiana, il partito che lo svezza giovanilmente e che lascerà, a metà degli anni ’90, per Alleanza Nazionale, soggetto politico erede dell’egemonia elettorale nella provincia messinese dopo la polverizzazione DC seguita allo scandalo di Mani Pulite.
Eletto sindaco di Terme Vigliatore nel 1997 con oltre 1300 preferenze di vantaggio sul suo diretto sfidante, Bartolo Cipriano inaugura immediatamente una stagione nuova nella gestione amministrativa di Terme, un comune di 7.000 abitanti della provincia di Messina, incastrato sul litorale tirrenico fra Milazzo e Tindari.
Uno dei primi atti di Bartolo Cipriano nelle vesti di primo cittadino è ad esempio quello di riconoscere un debito fuori bilancio di 332.222.446 lire a Stefano Rizzo, cui il comune di Terme Vigliatore aveva espropriato un terreno il cui valore era stato invece stimato nella cifra, ben inferiore, di 2.291.600 lire.

Ma non finisce qui.

Stefano Rizzo, anch’egli nato a Castroreale, l’1 aprile del 1947, pregiudicato per truffa ed assegni a vuoto, è infatti il padre di Nunziato Rizzo, braccio destro del boss Mimmo Tramontana, capo clan di Terme Vigliatore ed appartenente alla famiglia dei “barcellonesi”, ucciso in un agguato di mafia il 4 giugno del 2001, nonché uomo di fiducia di Nunziato Siracusa, indiscusso capo della malavita termese.
A seguito della vicenda, perlomeno sospetta, i tre componenti del Collegio dei Revisori dei Conti del Comune si dimisero, con largo anticipo rispetto alla scadenza del loro mandato.
Ovviamente se ne può supporre il motivo.
Vale poi la pena menzionare che all’interno dell’autovettura del Tramontana, ucciso a colpi di fucile caricato a pallettoni ed a colpi di pistola, verranno ritrovati 41 volantini elettorali pubblicizzanti la candidatura di Bartolo Cipriano, all’epoca in corsa per le elezioni alla Camera dei Deputati con la lista civetta Paese Nuovo, collegata al centro sinistra. Eh sì, perché il nostro protagonista nel frattempo ha già cambiato sponda, transitando verso i piani alti della Margherita siciliana.
Un altro tassello importante della sua carriera politica il dottor Bartolo Cipriano lo pone fra l’aprile del 1997 ed il gennaio del 1999, quando concede all’imprenditore Antonino Palano quattro diverse autorizzazioni per la costruzione di alcuni fabbricati della metratura complessiva di circa 1500 mq.
Altra concessione verrà concessa al Palano nel 2002, stavolta per la realizzazione di un immobile di 300 mq.
Ma chi è Antonino Palano?
Nato a Terme Vigliatore nel gennaio del 1939, già presidente dell’Associazione Antiracket Lacai, Palano negli anni è più volte stato indagato per gli abusi edilizi di cui si è reso protagonista, abusi possibili soprattutto grazie alle numerose coperture mafiose e politiche di cui ha nel tempo potuto disporre. I suoi rapporti con la mafia barcellonese del boss Giuseppe Chiofalo si sono d’altronde palesati nelle dichiarazioni rese da parte del collaboratore di giustizia Domenico Gullì nell’ambito del processo Mare Nostrum, dalle quali emergerebbero gravissime collusioni del Palano con le alte sfere della malavita messinese, connessioni utilizzate al fine di avere gioco facile con le speculazioni edilizie perpetrate nei comuni di Portorosa e Tonnarella.
Alla luce di queste informazioni non risulta semplice comprendere le motivazioni che spingono Cipriano a concedere le autorizzazioni di cui sopra. L'irregolarità delle licenze emesse causerà in ogni caso il sequestro delle cinque strutture, messo in atto dall’Autorità Giudiziaria nel settembre 2003.

La parabola di Cipriano è comunque inarrestabile, forse anche per questo il suo operato cominicia a suscitare l’interesse della stazione dei carabinieri di Terme Vigliatore, che dal 1997 al 2004 raccoglie denunce e deferimenti che porteranno all’incardinamento, disposto dalla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto, di quasi trenta procedimenti penali a carico del comune da lui o dai di lui amici amministrato, per reati di corruzione, abuso d’ufficio, peculato, danni patrimoniali, e via, via tristemente dicendo.

Bazzecole, se comparati ai trentaquattro pregiudizi penali direttamente riguardanti la persona di Bartolo Cipriano, archiviati fra gli atti d’ufficio delle istituzioni giudiziarie italiane e relativi ai reati di: abuso d’ufficio, omissione d’atti d’ufficio, danneggiamento di beni naturali, scarico di reflui inquinanti, falsità ideologica, ingiurie, diffamazione, violazione del vincolo paesaggistico ambientale, abuso edilizio, peculato, deturpamento di bellezze naturali, realizzazione di discarica abusiva, interruzione di pubblico servizio, per aver attivato senza la necessaria autorizzazione uno stoccaggio di rifiuti solidi urbani, inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità, violazione norme del regolamento edilizio, turbata libertà degli incanti, reati ambientali, per avere consentito senza la necessaria autorizzazione l’effettuazione di una gara tra veicoli in luogo pubblico e per avere con azione omissiva fatto sorgere pericolo per l’incolumità pubblica.

Nel marasma di cotanto palmares giudiziario Cipriano continua intanto a ricoprire a modo suo l’incarico di primo cittadino di Terme Vigliatore, sino al 2002, anno in cui lascia la poltrona a Gennaro Nicolò, suo uomo di fiducia, che in un’informativa dei Carabinieri di Barcellona Pozzo di Gotto viene descritto come “molto evanescente, preso dai numerosi impegni legati alla gestione di due studi medici e di altre attività socio-ricreative […] di fatto, Cipriano funge da elemento catalizzatore delle richieste dei cittadini, che lo continuano ad identificare come capo dell’amministrazione, nonché organizzatore della vita politico-amministrativa dell’Ente, in sostituzione del sindaco Gennaro Nicolò”.
Nicolò, eletto nella tornata amministrativa del 26/27 maggio del 2002, raccoglierà quasi mille voti di vantaggio sul candidato di centrodestra Michele Alessandro ed oltre millecinquecento in più rispetto ad Adolfo Parmaliana, segretario della locale sezione dei DS.
Da questo momento in avanti qualcosa comincia però ad andare storto.
Parmaliana, docente ordinario di chimica industriale all’Università di Messina, non si arrende, e comincia una lotta solitaria contro il far west amministrativo di Terme Vigliatore.

Parmaliana scrive, scrive tantissimo. Ministri, presidenti di commissione, Consiglio Superiore della Magistratura, addirittura il Papa ed il Presidente della Repubblica sono fra i destinatari delle sue missive.

Il professor Parmaliana si concentra sulle decine di reati compiuti giornalmente, alla luce del sole, dal consiglio comunale di Terme Vigliatore.
La sua perseveranza porta a dei risultati concreti.
Il 23 dicembre del 2005 Carlo Azeglio Ciampi firma infatti il decreto di scioglimento dell’amministrazione guidata da Gennaro Nicolò.
Secondo il dossier del Ministero dell’Interno a Terme Vigliatore “sussistono forme di ingerenza della criminalità organizzata” che “espongono l’amministrazione stessa a pressanti condizionamenti compromettendo la libera determinazione degli organi ed il buon andamento della gestione comunale”; nel documento si parla poi di “uso distorto della cosa pubblica”, di “soggetti collegati direttamente o indirettamente con gli ambienti malavitosi”, di “gestione amministrativa fortemente caratterizzata da irregolarità, incongruenze ed anomalie, in materia di appalti pubblici, tutela del territorio, erogazione di contributi e nel settore edilizio”.
Ce ne sarebbe abbastanza, o almeno così parrebbe, per mettere definitivamente fuori da qualsiasi gioco politico anche il più irriducibile degli ambiziosi.
E invece no, perché le connivenze di Cipriano ai piani alti del potere sono forti, fortissime, e allora succede addirittura di vederlo candidato, nel 2006, nella lista Democrazia e Libertà - La Margherita per Rita Borsellino, in occasione delle elezioni per la presidenza della regione Sicilia.
Sembra uno scherzo, purtroppo è realtà. Succede pure questo, nella provincia messinese.

I collegamenti di Cipriano con la malavita organizzata non si esauriscono infatti nelle strane coincidenze che lo legano al boss mafioso Mimmo Tramontana e che abbiamo già sottolineato.
In più, per dire, c’è la frequentazione con Francesco Carmelo Salamone, pregiudicato per associazione a delinquere e droga nonchè fratello di Fortunato Antonino Salamone, pregiudicato per armi, associazione a delinquere e collaboratore di giustizia; c’è poi l’incontro, così come accertato da appostamenti ambientali dei Carabinieri di Terme Vigliatore e tenutosi di fronte alla sua abitazione, con Salvatore Recupero, zio del già citato boss mafioso Nunziato Siracusa e vincitore, con un ribasso del 17%, di una strana gara d’appalto relativa alla manutenzione dell’acquedotto e delle fogne comunali; ancora, il 14 maggio del 2004, c’è la discussione, notata dalla pattuglia dei Carabinieri, ancora di fronte alla sua abitazione, con Francesco Giorgianni, pregiudicato ed imputato nel maxiprocesso di mafia Mare Nostrum; e poi, come se non bastasse, vi è il rapporto di collusione e favoreggiamento con Antonino Torre, noto pregiudicato e vicino al boss mafioso Carmelo Bisognano, capo della frangia dei Mazzarroti. Torre negli anni riceve da Cipriano favori di ogni genere per le aziende di frantumazione e lavorazione a lui facenti riferimento, oltre ad imporre il fratello, Felice Torre, come vicesindaco nel corso delle amministrazioni comunali di Cipriano.

Ebbene, questo campione di trasparenza alle elezioni regionali siciliane del 2006 porterà alle liste della candidata Rita Borsellino, sorella del giudice Paolo Borsellino, assassinato dalla mafia il 19 luglio 1992, candidata simbolo della Sicilia che si batte contro Cosa Nostra, contro la Sicilia sottomessa al potere clientelare, la bellezza di 5.635 preferenze.


Non sarà l’ultimo apporto di Bartolo Cipriano alla coalizione di centrosinistra.
Walter Veltroni, l’uomo nuovo della politica italiana, quello che in televisione parlava di aprire una stagione diversa, di dare spazio ai giovani, di volerla far finita con il vassallismo delle candidature storicamente radicato nel Centro Sud, lo inserisce infatti nelle liste del Partito Democratico, in corsa per il Senato alle elezioni politiche del 2008.
Finisce qui? No, c’è ancora spazio per la realtà che supera la fantasia.
Il 15 ed il 16 giugno del 2008 i cittadini di Terme Vigliatore sono infatti chiamati a scegliere il loro nuovo sindaco, a tre anni dallo scioglimento della vecchia amministrazione per mafia.
Bartolo Cipriano si candida. E vince. Con 100 voti di scarto sul suo sfidante.
Con lui vengono rieletti 11 dei 15 esponenti già facenti parte della vecchia amministrazione; fra loro c’è anche Gennaro Nicolò, designato assessore alla cultura.
Il professor Adolfo Parmaliana, qualche giorno dopo essere rinviato a giudizio per diffamazione, si suicida, all'età di 50 anni, il 2 ottobre del 2008, lanciandosi nel vuoto dal viadotto di Patti Marina.
Leggendo la sua ultima lettera diventa difficile non farsi sopraffare dalla rabbia e dalla commozione.

"La Magistratura barcellonese/messinese vorrebbe mettermi alla gogna vorrebbe umiliarmi, delegittimarmi, mi sta dando la caccia perché ho osato fare il mio dovere di cittadino denunciando il malaffare, la mafia, le connivenze, le coperture e le complicità di rappresentanti dello Stato corrotti e deviati. Non posso consentire a questi soggetti di offendere la mia dignità di uomo, di padre, di marito di servitore dello Stato e docente universitario.

Non posso consentire a questi soggetti di farsi gioco di me e di sporcare la mia immagine, non posso consentire che il mio nome appaia sul giornale alla stessa stregua di quello di un delinquente. Hanno deciso di schiacciarmi, di annientarmi.

Non glielo consentirò, rivendico con forza la mia storia, il mio coraggio e la mia indipendenza. Sono un uomo libero che in maniera determinata si sottrae al massacro ed agli agguati che il sistema sopraindicato vorrebbe tendergli.

Chiedete all'Avv.to Mariella Cicero le ragioni del mio gesto, il dramma che ho vissuto nelle ultime settimane, chiedetelo al senatore Beppe Lumia chiedetelo al Maggiore Cristaldi, chiedetelo all'Avv.to Fabio Repici, chiedetelo a mio fratello Biagio. Loro hanno tutti gli elementi e tutti i documenti necessari per farvi conoscere questa storia: la genesi, le cause, gli accadimenti e le ritorsioni che sto subendo.

Mi hanno tolto la serenità, la pace, la tranquillità, la forza fisica e mentale. Mi hanno tolto la gioia di vivere. Non riesco a pensare ad altro. Chiedo perdono a tutti per un gesto che non avrei pensato mai di dover compiere.

Ai miei amati figli Gilda e Basilio, Gilduzza e Basy, luce ed orgoglio della mia vita, raccomando di essere uniti, forti, di non lasciarsi travolgere dai fatti negativi di non sconfortarsi, di studiare, di qualificarsi, di non arrendersi mai, di non essere troppo idealisti, di perdonarmi e di capire il mio stato d'animo: Vi guiderò con il pensiero, con tanto amore, pregherò per voi, gioirò e soffrirò con voi.


Alla mia amatissima compagna di vita, alla mia Cettina, donna forte, coraggiosa, dolce, bella e comprensiva: ti chiedo di fare uno sforzo in più, di non piangere, di essere ancora più forte e di guidare i nostri figli ancora con più amore, di essere più buona e più tenace di quanto non lo sia stato io.

Ai miei fratelli, Biagio ed Emilio, chiedo di volersi sempre bene, di non dimenticarsi di me: vi ho voluto sempre bene, vi chiedo di assistere con cura e amore i nostri genitori che ne hanno tanto bisogno. Alla mia bella mamma ed al mio straordinario papà: vi voglio tanto bene, vi mando un abbraccio forte, vi porto sempre nel mio cuore, siete una forza della natura, mi avete dato tanto di più di quanto meritavo. A tutti i miei parenti, ai miei cognati, ai miei zii, ai miei cugini, ai miei nipoti, a mia suocera: vi chiedo di stare vicini a Gilda, a Basilio ed a Cettina. Vi chiedo di sorreggerli.

Ai miei amici sarò sempre grato per la loro vicinanza, per il loro affetto, per aver trascorso tante ore felici e spensierate. Alla mia università, ai miei studenti, ai miei collaboratori ed alle mie collaboratrici sarò sempre grato per la cura e la pazienza manifestatemi ogni giorno. Grazie. Quella era 1° mia vita. Ho trascorso 30 anni bellissimi dentro l'università innamorato ed entusiasta della mia attività di docente universitario e di ricercatore.
I progetti di ricerca, la ricerca del nuovo, erano la mia vita. Quanti giovani studenti ho condotto alla laurea. Quanti bei ricordi.

Ora un clan mi ha voluto togliere le cose più belle: la felicità, la gioia di vivere, la mia famiglia, la voglia di fare, la forza per guardare avanti.

Mi sento un uomo finito, distrutto. Vi prego di ricordarmi con un sorriso, con una preghiera, con un gesto di affetto, con un fiore. Se a qualcuno ho fatto del male chiedo umilmente di volermi perdonare.

Ho avuto tanto dalla vita. Poi, a 50 anni, ho perso la serenità per scelta di una magistratura che ha deciso di gambizzarmi moralmente. Questo sistema l'ho combattuto in tutte le sedi istituzionali. Ora sono esausto, non ho più energie per farlo e me ne vado in silenzio. Alcuni dovranno avere qualche rimorso, evidentemente il rimorso di aver ingannato un uomo che ha creduto ciecamente, sbagliando, nelle istituzioni.

Un abbraccio forte, forte da un uomo che fino ad alcuni mesi addietro sorrideva alla vita".

Adolfo Parmaliana

10 commenti:

  1. Ancora? Basta Mondello, basta con questi articoli. Veramente non hai capito allora che non funziona in questo modo.

    RispondiElimina
  2. Avanti cosi!!! Complimenti.

    Beppe Sgró

    RispondiElimina
  3. Ma avanti dove? Dove deve andare uno che sa scrivere solo illazzioni e dicerie? Ti stai mettendo in cose che non sai.

    RispondiElimina
  4. Ci vuole qualcuno che ti tappa la bocca. Scrivi di cose che non sai, o che comunque non conosci come si deve. Il signor Cipriano oggi è sindaco di Terme Vigliatore e fa un ottimo lavoro, alla faccia della gente come te che insiste a dire cose contro tanto perchè non ha niente da fare. Meno male che la Sicilia non sei tu, ma la gente d'onore che capisce le cose e sa come funzionano le questioni. Comunque mi pare che non hai capito ancora niente tu.

    RispondiElimina
  5. Come si sarà ben compreso, non è mia intenzione rispondere direttamente ai commenti, per i quali peraltro ringrazio tutti, indifferentemente.
    Resti però chiaro, BEN CHIARO, a scanso d'ogni equivoco di sorta, che le considerazioni stolte (la bontà letteraria della terminologia può non avere limiti, come può notarsi) sin qui espresse da qualche parolarmente parco lettore, non avranno alcun effetto, se non quello, incontenibile, di stimolare ulteriormente il sottoscritto ad insistere nel suo progetto giornalistico.
    A presto.

    Mauro Mondello

    RispondiElimina
  6. ...al tuo fianco, adelante !

    Sarah Reggianini

    RispondiElimina
  7. Non capisco come davanti all'evidenza dei fatti, gente così stupida ed ignorante, si ostini imperterrita a prendere le parti di cotanti criminali. Mauro, simbolo di onestà e coraggio, continua col il tuo lavoro esemplare, "le genti" prima o poi capiranno e si libereranno dalle catene. Tutti devono sapere.

    RispondiElimina